Итальянский с улыбкой. Мандрагора / La Mandragola Макиавелли Никколо
© Куняева А. В., адаптация текста, упражнения, комментарии, словарь
© ООО «Издательство АСТ»
Уважаемые читатели!
Вашему вниманию представляется пьеса Никколо Макиавелли «Мандрагора». Легкая, искрометная, веселая пьеса не оставит вас равнодушными. Полезным будет посмотреть спектакль или фильм по этому известному произведению (это облегчит и разнообразит чтение).
Несмотря на то, что пьеса в книжке адаптированная, вам предстоит серьезное чтение, так как ее действие происходит в XVI веке, и вам придется вникнуть в реалии того времени. Насколько это возможно, мы старались переложить пьесу на современный итальянский язык, однако вам обязательно встретится много незнакомых слов и выражений. Так что запаситесь терпением и карандашом!
Обращаю внимание: как ни странно, в названии пьесы ударение падает на второй слог: Mandragola. Главного героя зовут Каллимако, а мужа Лукреции зовут мессер Нича (к слову, имя Цезарь по-итальянски произносится как Cesare).
Данная книга соответствует третьему уровню сложности, то есть подходит для студентов, ориентирующихся в прошедших временах (passato prossimo, imperfetto и др.), освоивших будущее время (futuro) и условное наклонение (condizionale). В тексте вы найдете формы конъюнктива (congiuntivo), которые очень часто встречаются в письменных произведениях на итальянском языке (в данном издании представлен облегченный вариант). В комментариях мы старались дать переводы сложных оборотов и предложений, а также указывали форму глагола. В книге также содержатся краткие отступления, посвященные теме конъюнктива, но в заданиях он не используется. Если перед вами не стоит цели досконально разобраться и научиться использовать это наклонение (которое относительно редко встречается в устной речи), то будет полезным просто прочитать текст и выполнить упражнения. Несмотря на то, что будет много непонятного, сам язык отложится в вашей памяти, так что польза будет в любом случае.
Также в книге много заданий на перевод и много вопросов для устной практики. Советуем проговаривать ответы вслух или писать пересказы и сочинения. Если вам нужен перевод какого-либо слова (или если не знаете, куда падает ударение), загляните в словарь в конце книги – там вы наверняка его найдете. Также в конце книги содержится список полезных глаголов, спрягающихся неправильно, или имеющих неправильную форму прошедшего времени, которую нужно запомнить.
Приятного чтения!
Автор-составитель
Atto primo
Caro Ligurio,
Ti scrivo questa lettera perch voglio rivelarti il mio segreto e ho bisogno del tuo aiuto. Forse ti meravigli della mia improvvisa partenza da Parigi; ed ora ti meraviglierai, che io ho vissuto qui gi un mese senza far niente. Se io non ti ho detto fino a questo momento quello che io ti dir ora, non stato perch non mi fidi di te, ma perch penso che meglio non raccontare segreti, se non obbligato. Pertanto, io potr avere bisogno del tuo aiuto, e cos ti voglio dire il tutto. Hai gi sentito mille volte, ma non importa che tu lo sentirai mille e una, come avevo dieci anni quando, mio padre e mia madre morti, mi hanno mandato a Parigi, dove io sono stato vent’anni. Negli ultimi dieci anni in tutta l’Italia sono cominciate le guerre ed i ho deciso di non andarmene[1] mai dalla Francia, perch vivere in quel luogo era molto pi sicuro. Ho venduto tutte le mie propriet oltre la casa e ho vissuto in Francia ancora dieci altri anni felice e conteno… Avevo dedicato il tempo in parte agli studi, in parte ai piaceri, e in parte agli impegni; ed ho fatto in modo che una cosa non mi impedisse l’altra.[2] E per questo, come tu sai, vivevo tranquillo, aiutando tutti, e non offendendo nessuno. Ero piacevole a tutti: ai borghesi, ai gentiluomini, allo straniero, al francese, al povero ed al ricco. Ma alla Fortuna pareva che io avessi troppo bel tempo[3], e cos lei ha fatto che capitato a Parigi Camillo Calfucci. Lui, come gli altri fiorentini, mi visitava spesso; in compagnia abbiamo ragionato su diversi argomenti e un giorno accaduto che abbiamo discusso dove fossero le donne pi belle[4], se in Italia o in Francia. Dato che ero molto piccolo quando sono partito, non potevo ragionare delle italiane. Dopo molti argomenti da ogni parte, Camillo ha detto, irritato: anche se tutte le donne italiane fossero dei mostri[5], ce n’ una che vale pi di tutte le donne nel mondo. E ha nominato madonna Lucrezia, moglie di messer Nicia Calfucci, famosa per la sua bellezza e dei suoi costumi, che fa restare stupiti molti uomini. Ed anch’io ho avuto tanto desiderio di vederla, che, lasciato ogni altro pensiero, n pensando pi alle guerre o alle pace d’Italia, mi sono preparato a venire in Italia. Quando sono arrivato, ho trovato che la fama di madonna Lucrezia era minore della verit (cosa che accade rarissime volte) e ho avuto tanto desiderio che non mi raccapezzavo. Non ti ho detto questo per sfogarmi in parte, e anche perch tu puoi aiutarmi o dare qualche consiglio.
Sinceramente non ho nessuna speranza. In prima mi provoca disagio la natura di Lucrezia, che onestissima. Poi, come sai, ha il marito ricchissimo che si lascia governare da lei[6], e, se non giovane, non del tutto vecchio, come pare. Per di pi non ha parenti o vicini, con cui lei potrebbe visitare qualche festa o qualche altro evento, dove possono divertirsi le ragazze giovani. Nessun artigiano capita a casa sua; tutti i suoi servitori hanno paura di lei: in modo che non c’ luogo ad alcuna corruzione.
Ma credo che, nonostante questo, c’ sempre speranza! Anche se debole e vana, ma la voglia e il desiderio, che l’uomo ha di fare la cosa, la rende possibile.
Ci sono tre cose che mi fanno sperare: la prima la semplicit di messer Nicia: anche se dottore, il pi semplice ed il pi sciocco uomo di Firenze. L’altra la voglia che lui e lei hanno d’avere figli: nonostante il fatto che abbian vissuto sei anni sposati, non ne hanno ancora fatti, e, essendo ricchi, muoiono del desiderio di averne. La terza che tu hai con messer Nicia una stretta amicizia. Lo so che non ti invita a mangiare con lui, ma ti presta a volte i soldi. Io prometto, se ce la facciamo, di donarti una buona somma; altrimenti facciamo insieme una cena, ch comunque io non mangerei solo.
Magari potresti convincere messer Nicia ad andare con la sua donna al bagno in questo maggio? Potrebbe quel luogo farla diventare d’un’altra natura, perch in tali luoghi si festeggia sempre; ed io andrei l, e ci organizzerei tutti i tipi di divertimenti, spenderei molti soldi, a poco a poco diventerei il loro amico, entrerei in casa loro… che so io? Da cosa nasce cosa.[7]
Grazie in anticipo,
Un caro saluto
Callimaco
Messer Nicia, Ligurio
MESSER NICIA – Credo che i tuoi consigli siano buoni[8], e ne ho parlato ieri sera con mia moglie: ha detto che mi risponderebbe oggi; ma, a dirti la verit, io non ne ho gran voglia.
LIGURIO – Perch?
MESSER NICIA – Perch non voglio partire da casa mia. Inoltre, ho parlato ieri sera con molti medici: uno mi dice di andare a San Filippo, l’altro alla Porretta, e l’altro alla Villa; e a dirti la verit, questi dottori di medicina non si intendono di quello che dicono.
LIGURIO – Mi immagino quanto fastidioso sia per Lei partire dalla Sua cit, perch non abituato a perdere di vista la Cupola[9].
MESSER NICIA – Ti sbagli. Quando io ero pi giovane, io viaggiavo molto: ho visitato ogni fiera a Prato, ho visto ogni castello nella zona; per di pi: sono stato a Pisa ed a Livorno!
LIGURIO – Deve avere visto la carrucola di Pisa.
MESSER NICIA – Tu vuoi dire la Verrucola.
LIGURIO – Ah! s, la Verrucola[10]. A Livorno, ha visto il mare?
MESSER NICIA – E certo che l’ho visto!
LIGURIO – E’ molto pi grande dell’Arno?
MESSER NICIA – Dell’Arno? E’ pi grande quattro volte, sei volte, pi di sette volte! Non si vede che[11] acqua, acqua, acqua.
LIGURIO – Io mi meraviglio: lei ha visto tanti posti e prova difficolt di andare ad un bagno.
MESSER NICIA – Tu hai la bocca piena di latte[12]. E ti pare semplice lasciare tutta la casa? Pure, io ho tanta voglia d’avere figli, che sono pronto a tutto. Potresti per favore parlare tu con questi medici? Chiedigli dove mi consigliano di andare. Io intanto sar con mia moglie. Ci vediamo dopo.
LIGURIO – A pi tardi!
Ligurio, Callimaco
LIGURIO – In tutto il mondo non c’ uomo pi sciocco di questo; e quanto la Fortuna lo ha favorito! E’ ricco, ha una moglie bella, saggia, che si veste ottimamente e che potrebbe governare un regno. E mi pare che raramente succeda come dice il proverbio “Dio prima li fa, e poi si accoppiano”[13]; perch spesso si vede un uomo in gamba che deve sopportare una donna con un brutto carattere, o viceversa, una prudente donna sposata con un pazzo. – Ma eccolo. Che fai qui, Callimaco?
CALLIMACO – Ti avevo visto con il dottore, e ti aspettavo per parlare di quello avevi fatto.
LIGURIO – Lui un uomo della qualit che tu sai, di poca prudenza, di animo anche minore[14], e non partir volentieri da Firenze; pure, io l’ho riscaldato: e mi ha detto infine che far ogni cosa. Comunque, non sono sicuro che ce la faremo.
CALLIMACO – Perch?
LIGURIO – Che ne so? Tu sai che a questi bagni va gente diversa, e potrebbe venire qualcuno a cui madonna Lucrezia piacer come a te. Magari sar ricco pi di te o avr pi grazia. Insomma, mi capisci: c’ il pericolo di fare questa fatica per altri! Pu capitare che il moltiplicarsi dei concorrenti render Laurenzia pi dura[15], o che lei avr voglia di un altro e non di te.
CALLIMACO – Lo so che hai ragione. Ma cosa devo fare? A chi posso rivolgermi? Secondo me, bisogna tentare qualche cosa, anche se grande, anche se pericolosa, anche se dannosa. E’ meglio morire che vivere cos. Se potessi dormire la notte, se potessi mangiare, se potessi conversare, se potessi divertirmi, sarei pi paziente ad aspettare;[16] ma qui non c’ rimedio; e, se non ci sar nessuna speranza, io muoio in ogni modo. E essendo pronto a morire, non temo niente e posso fare qualche truffa bestiale, crudele, nefanda.
LIGURIO – Non dire cos, calmati.
CALLIMACO – Tu vedi bene che, cercando di calmarmi, mi riscaldo di simili pensieri. E per questo necessario di mandare messer Nicia al bagno, o di fare qualcos’altro che mi potrebbe dare un po’ di speranza, se non vera, falsa almeno, per la quale mi consoli un po’[17].
LIGURIO – Tu hai ragione, ed io sono per farlo.
CALLIMACO – Credo che molti dei tuoi pari vivano per ingannare gli altri[18]. Nondimeno, io non credo essere in quel numero, perch, se mi accorgo che mi hai truffato, perderai per ora l’uso della casa mia, e la speranza di avere quello che t’ho promesso per il futuro.